L’ipnosi è un fenomeno psicosomatico molto simile al sonno provocato artificialmente attraverso una suggestione indotta dal terapeuta oppure auto-indotta dal soggetto stesso.
La differenza tra il sonno e l’ipnosi è che nel primo caso la concentrazione del soggetto diminuisce fino a raggiungere una perdita dello stato di coscienza, mentre nel caso dell’ ipnosi la concentrazione aumenta e il soggetto diventa più ricettivo alle suggestioni.
Questa tecnica può essere utilizzata in ambito psicoterapeutico e può essere utile nelle terapie ad approccio psicoanalitico:
- per esplorare contenuti profondi dell’animo umano;
- e per rievocare traumi infantili rimossi.
Nelle psicoterapie di derivazione comportamentista è invece più diffusamente usata per favorire gli stati di rilassamento per trattare:
- l’ansia
- il panico
- le ossessioni
- i tic nervosi
- le fobie
- i disturbi psicosomatici
- i disturbi alimentari
- e disturbi concentrazione
Molti pregiudizi sull’ipnosi sono correlati all’idea della perdita di coscienza o a quella che il paziente sia in balia dell’ipnotizzatore o possa addormentarsi e non risvegliarsi mai più.
In realtà l’ipnosi al pari di altri trattamenti, quali il training di rilassamento, attiva le facoltà attentive e di concentrazione del paziente e può essere indotta solamente se il soggetto scegliere di lasciarsi andare e di partecipare in maniera consapevole al processo.
In qualsiasi momento infatti può interrompere l’induzione ipnotica, aprire gli occhi, alzarsi o spostarsi senza perdere mai coscienza. Il motivo per il quale di solito questo non viene fatto è perché l’esperienza suggestiva di affidarsi al terapeuta è molto piacevole e rilassante (come fare il morto a galla in piscina). Un’esperienza più facile a farla che a spiegarla.
Nella programmazione neuro linguistica (PNL) l’ipnosi è una tecnica utilissima:
- per creare delle visualizzazioni
- per attivare pensieri positivi
- per credere nelle proprie potenzialità
- e per migliorare la propria l’autostima